Il teatrino di San Giuseppe nacque in origine per riempire un volume tecnico che rimaneva vuoto. E nacque il giorno in cui l'architetto presentò a Mons. Egidio Smorti il problema: il piano di partenza era già di due o tre metri più basso della strada (come lo era e lo era sempre stata tutta quell'area) e per innalzare la chiesa, come tutte le chiese che si rispettano, di qualche gradino sopra la strada, bisognava per forza creare un volume vuoto.
Mons. Smorti, con lungimiranza, lui, parroco di San Lorenzo, si era preoccupato di creare una chiesina nuova in quell'area oltre la ferrovia che si stava rapidamente urbanizzando e che prometteva di diventare un'altra Poggibonsi. Con la stessa lungimiranza disse: "Vuol dire che ci faremo un teatrino per i ragazzi". Così nacque la sopraelevazione della Chiesa di San Giuseppe ed il Teatrino, che, negli anni, ha svolto un ruolo non indifferente, non solo per la vita della parrocchia, ma anche per il contesto sociale. Ci sono state fatte commedie e carnevalate dei ragazzi, secondo il pensiero di Mons. Smorti, ma anche spettacoli di adulti e per adulti. Ci sono state fatte proiezioni cinematografiche per ragazzi, ma anche attività di cineclub e dibattiti culturali. Vi sono stati fatti dibattiti politici e sindacali, perché la parrocchia non ha mai chiuso le porte alle esigenze della società. Ricordiamo affollatissime assemblee di quartiere e affollatissime assemblee sindacali durante talune delle più aspre vertenze dei metalmeccanici degli anni '60 e '70. Nonostante questa larga utilizzazione il teatrino non è mai stato pensato in termini di strumento strategico dell'azione pastorale della parrocchia. La sua gestione è sempre stata guidata dalle esigenze e dagli stimoli del momento, più che da un piano veramente meditato. Ora sorge l'occasione di un più profondo ripensamento della sua funzione. Grazie all'impegno dei parrocchiani il teatrino risorge e assume la fisionomia di un vero e proprio spazio polivalente. Non solo, ma proprio nel momento in cui esso viene restaurato e rinnovato, nasce un'associazione che ha come preciso compito quello di stabilire una strategia per la sua utilizzazione. Il Teatro di San Giuseppe prende da oggi una nuova vita che testimonia, in definitiva, la vitalità di questa parrocchia e la grande intuizione di mons. Smorti che in origine la pensò, oltre che il gran lavoro dei parroci che vi si sono succeduti, don Aldo e don Giorgio. Mario Becattelli, 24 Giugno 2007
Presso la vecchia struttura del "Teatro San Giuseppe" si sono svolte fin dagli anni settanta attività che hanno coinvolto i ragazzi e gli adulti appartenenti alla nuova costituita Parrocchia. I bambini della scuola materna di sono esibiti in gioiose recite natalizie ed i ragazzi hanno potuto organizzare, di anno in anno, la festa del carnevale con sempre maggiore ricchezza di eventi per arrivare al 1986 quando fu organizzato un corso mascherato in collaborazione con il Circolo Cimamori. Durante gli anni le attività del Teatro sono diventate sempre più importanti e sotto la guida di Renzo Mariotti sono stati messi in scena spettacoli. Alcuni di essi, a carattere religioso e di grande rilievo come "La storia di Bernadette Soubirous" e "La vita di padre Massimiliano Kolbe". Fra il Natale 1986 e l'Epifania 1987 i bambini delle scuole elementari furono protagonisti di suggestive rappresentazioni natalizie. Fra i canti popolari ed i riquadri recitativi, Ottorino della Giovampaola, maestro del Teatro San Giuseppe, declamò alcune poesie in onore di San Francesco ideatore del Presepio. |
26/02/2017 n. 969 |